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Nell’anno di Raffaello uno splendido volume Menarini firmato da Cristina Acidini

E’ dedicato a Raffaello, nell’anno dell’anniversario dei 500 anni dalla morte, il volume d’arte edito da Menarini Industrie Farmaceutiche Riunite, una consuetudine ormai che va avanti da sessanta anni attraverso la pubblicazione di monografie dedicate ai grandi maestri dell’arte e porta la prestigiosa firma di Cristina Acidini, già direttrice della Galleria degli Uffizi ed oggi presidente, unica donna nella sua storia dell’Accademia delle Arti del Disegno che ha sede a Firenze.

In questo libro, dedicato in particolare alla pittura di Raffaello, viene raccontata, con parole e immagini, la storia di un uomo e di un artista ai vertici di tutti i tempi, uno degli “Dei Mortali” come lo ebbe a definire Giorgio Vasari, protagonista ed interprete del Rinascimento nell’Italia delle Signorie e del Papato sullo sfondo delle guerre e degli scismi che attanagliavano l’Europa.

Il metodo usato è quello che vede di pari passo il racconto di vita e opere, è il metodo degli antichi autori , come lo stesso Giorgio  Vasari e  Paolo Giovio, un percorso biografico che va dalla sua nascita ad Urbino il 6 aprile del  1483 fino alla sua morte a Roma nel 1520, sempre il 6 aprile, un Venerdì Santo a trentasette anni appena compiuti.

Dopo l’Introduzione e il Prologo l’opera editoriale si compone di sette capitoli : “Da figlio d’arte a magister”, “ Nel cuore dell’Italia”, “A Firenze, capitale dell’arte italiana”, “A Roma, i primi grandi successi”, “ Quadri memorabili”, “Le grandi imprese dell’età di Leone X”, “ Opere, le quali non poteva mancare di fare: i capolavori estremi”, a cui si aggiungono una Nota biografica e la Bibliografia.

Tra tutte le preziose notizie che il volume conserva in particolare vogliamo ricordare quelle relative alla “Madonna del Cardellino” il capolavoro conservato presso la Galleria degli Uffizi. L’opera venne dipinta da Raffaello tra il 1505 e il 1506 per le nozze dell’amico Lorenzo Nasi con Sandra Canigiani, il quadro venne tenuto da Lorenzo “con grandissima venerazione mentre che visse” e negli anni a seguire dal figlio Giovan Battista nella casa in Via de’Bardi in Oltrarno.

Ma a causa di una frana la casa crollò il 12 novembre del 1547 e il quadro si ruppe in diciassette pezzi. I frammenti però vennero ricomposti e la parte centrale andata perduta venne reintegrata, forse ad opera di Ridolfo del Ghirlandaio. Passata di mano ai Medici, per secoli la Madonna venne solo riverniciata divenendo opaca e giallastra. Nel 1999 le indagini diagnostiche condotte dall’Opificio delle Pietre Dure hanno mostrato che la pittura era integra e il recupero possibile e al termine di un importante restauro terminato nel 2008 la Madonna del Cardellino si è rivelata “in tutta la sua felicità pittorica e ricchezza di sentimento, tenendo insieme, con quella naturalezza che è solo di Raffaello, l’umano e il divino.”

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