La domenica del 2 ottobre del 1870 a Roma ebbe luogo il plebiscito per l’annessione al Regno d’Italia del territorio di Roma e del Lazio, a seguito della presa della città. Il governo del Regno, così come fatto in precedenza per le altre province, “aveva proclamato il diritto dei romani di scegliersi il governo che desideravano”. La formula utilizzata fu la seguente «Desideriamo essere uniti al Regno d’Italia, sotto la monarchia costituzionale del re Vittorio Emanuele II e dei suoi successori».
Inizialmente il governo che era a Firenze aveva escluso dalla votazione la Città Leonina che così sarebbe rimasta sotto il controllo del Papa ma alla fine gli abitanti di Borgo Pio parteciparono alla consultazione con un improvvisato seggio elettorale posto su Ponte Sant’Angelo, considerato il confine della Città Leonina.
la vittoria del SI fu schiacciante, 40.786 a fronte di 46 NO, in tutto il territorio annesso che comprendeva Roma e la sua provincia, Civitavecchia, Frosinone, Velletri e Viterbo i risultati furono 133.681 SI contro 1.507 NO. Numerosa l’astensione in particolare da parte dei cattolici. L’annessione infine venne formalizzata con Regio Decreto il 9 ottobre del 1870, n. 5903, e all’art. 1 stabiliva che «Roma e le provincie romane fanno parte del Regno d’Italia».