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Quattro miniatori per un manoscritto degno di un Pontefice

Autentica opera collettiva, furono infatti tre i maestri principali che lavorarono all’allestimento e alla decorazione del Messale Borgia, più un quarto a cui si deve l’intero foglio miniato con la splendida Crocifissione. Oggi l’opera miniata è disponibile per il pubblico dei bibliofili nell’edizione in facsimile edita da Vallecchi comprensiva di commentario in italiano e inglese al quale hanno lavorato eminenti studiosi come Adelmo Marino, Emilia Anna Talamo, Marco Buonocore, Maria Luigia Fobelli.  

Da sottolineare il fatto che i tre artisti, pur con diverse declinazioni, apparterrebbero alla cultura figurativa umbra, ben rappresentata nella Roma dell’ultimo Quattrocento, dalla bottega del Pinturicchio. Al primo maestro caratterizzato da un fare pittorico morbido e di formazione umbra spetta l’esecuzione delle miniature come  la “Predicazione di San Giovanni”, “Dio Padre e il bambino Gesù” , “l’Adorazione dei Magi”, e delle miniature con un contenuto più prettamente  politico come  la “Morte di Ferrante I” e  il “Dono della rosa d’oro a Carlo VIII”, in queste ultime si nota una particolare attenzione ai drappeggi delle vesti e delle tende dipinte.

Il secondo maestro invece è quello che si è occupato delle miniature che hanno come protagonisti i membri di casa Borgia, “Giovanni Borgia assiste alla S. Messa”, “l’Imposizione delle ceneri a Giovanni Borgia”, la “Processione del corpus Domini”, “l’Incoronazione di Alessandro VI”   e mette in pratica la lezione di Pinturicchio  attraverso una accesa cromia e una definizione accentuata  dei personaggi, come nella miniatura del  “Cardinale Borgia che assiste alla S. Messa” o “Alessandro VI nell’Imposizione delle ceneri”.

Al terzo miniatore invece si devono la “Circoncisione di Gesù” e  “l’Incontro di Cristo con la Veronica”, alla cultura figurativa di matrice umbra tipica della bottega del Pinturicchio si uniscono, in questo caso, degli accenti di derivazione nordica, riscontrabili in alcuni messali ornati riccamente e commissionati dal Cardinale Girolamo Basso della Rovere verso la fine del Quattrocento.

 

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