Tra le più antiche descrizioni quella di Piero Cennini che lo presenta come “umbiculus urbis“, centro della città, in grado cioè di incarnare non solo lo spirito religioso ma anche il potere economico della comunità E’ l’altare in argento di San Giovanni realizzato a Firenze tra il 1367 e il 1438 per il Battistero di San Giovanni , su commissione dell’Arte di Calimala, e oggi conservato nel Museo dell’Opera del Duomo in una teca di vetro che lo mantiene a condizioni di temperatura e umidità ottimali per la sua conservazione, dopo l’importante restauro a cura dell’Opificio delle Pietre Dure che si è concluso nel 2012.
Chi visitava il Battistero nella data del 13 gennaio, giorno del Perdono, riceveva l’indulgenza plenaria mentre un’esposizione straordinaria si teneva il 6 novembre per commemorare la dedicazione del Battistero nel 1059 da parte di papa Niccolò II. Per realizzare il monumentale altare d’argento, cm. 310X150X88, ci sono voluti oltre cento anni di lavoro, duecento chili d’argento e 1050 placchette in argento smaltate e sono tanti gli artisti che presero parte a questo capolavoro , i maggiori maestri orafi e scultori del periodo come Leonardo di Ser Giovanni e Betto di Geri, Cristofano di Paolo, Tommaso Ghiberti e Matteo di giovanni, Bernardo Cennini, Michelozzo, a lui si deve la statua di San Giovanni Battista posta nell’edicola centrale datata 1452, Antonio del Pollaiolo, Andrea del Verrocchio.
Tra le dodici formelle dedicate alla vita di San Giovanni, l’ultima è quella dove viene raffigurata la Decollazione del Battista, eseguita da Andrea del Verrocchio ma in cui molti vedono l’intervento di Leonardo da Vinci, all’epoca allievo del Verrocchio, in particolare per la costruzione prospettica, l’architettura classicheggiante e le drammatiche reazioni emotive. Il restauro dell’altare in argento coordinato e diretto dal laboratorio di restauro delle Oreficerie dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze diretto da Clarice Innocenti con la partecipazione del settore Scultura lignea e del Laboratorio scientifico è stato eseguito da un’equipe di restauratori composta da ex allievi dell’Opificio.
La storia dell’Altare di San Giovanni del Museo dell’Opera del Duomo e del suo restauro è raccontata in un libro edito da Mandragora che sarà presentato mercoledì 28 novembre presso l’Antica Canonica di San Giovanni, Piazza San Giovanni 7, alle 17,30 con ingresso gratuito fino ad esaurimento posti alla presenza di Timothy Verdon Direttore del Museo dell’Opera del Duomo, Marco Ciatti Soprintendente Opificio delle Pietre Dure, Dora Liscia Bemporad Università degli Studi di Firenze, Clarice Innocenti, Opificio delle Pietre Dure.