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La sconfitta di Pavia e i due principini tenuti in ostaggio nel castello di Pedrazza

Il 24 febbraio del 1525 persa rovinosamente la battaglia di Pavia, Francesco I di Francia viene fatto prigioniero dagli imperiali, la Francia è in lutto e Luisa di Savoia assume la reggenza. Dopo un periodo  trascorso a Valenza, Carlo V trasferisce il sovrano francese nella severa torre di Madrid dove finirà per ammalarsi. Con il compito di assistere il fratello infermo Margherita di Valois, la  “Perla delle Margherite” come viene chiamata, e tra l’altro  autrice dell’ “ Heptamèron” ricalcato su modello boccaccesco in chiave francese, avrà il compito di negoziare la liberazione del re.

Le condizioni sono durissime e inaccettabili, più efficace sarà l’intervento di Eleonora d’Austria, sorella dell’imperatore, vedova del re Emanuele di Portogallo  che,   innamorata del re di Francia, troverà la forza per arrivare alla firma, nel marzo del 1526, del trattato di Madrid secondo il quale Francesco verrà liberato, ma cederà alla Spagna la Borgogna, le Fiandre, e l’Artois. Carlo V a garanzia chiederà in ostaggio due dei suoi figli. I principini arriveranno il 17 maggio sulle sponde del Bidassoa, il fiume che segna il confine tra Francia e Spagna e qui avverrà lo scambio dei personaggi. Un lungo corteo formato da governanti, bambinaie, istitutori accompagnerà  il delfino Francesco e il duca Enrico D’Orleans, di otto e quasi sette anni, ma quasi subito i due fanciulli saranno allontanati dal loro seguito.

Tutto  merito della regina Isabella di Spagna che impietosita, di nascosto, avrà modo di soccorrerli e di farli uscire vivi dalle vecchie umide mura del Castello di Pedrazza de la Sierra. Nell’agosto del 1529 si apre una schiarita grazie a Luisa di Savoia che a nome del re di Francia di incontrerà con Margherita  d’Austria in rappresentanza di Carlo V e giungerà all’accordo detto la “Paix des Dames”. Gli ostaggi  saranno restituiti alla famiglia a fronte del versamento di due milioni di scudi-oro, Francesco I sposerà Eleonora d’Austria e dovrà rinunciare ai diritti territoriali in Italia. Solo il 1 Luglio del 1530, dopo quattro anni di prigionia, di cui a lungo porteranno le tracce, il delfino Francesco ed Enrico d’Orleans potranno finalmente riattraversare, secondo il cerimoniale, il Bidassoa.

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