fbpx
Home / Bibliofili / La Crocifissione di Attavante meraviglia miniata del Messale Teatino

La Crocifissione di Attavante meraviglia miniata del Messale Teatino

La miniatura a tutta pagina che raffigura la Crocifissione fu dipinta su un foglio aggiunto al Messale Borgia probabilmente all’atto della rilegatura. Rispetto alle altre contenute all’interno del manoscritto, realizzato in edizione facsimilare di soli 700 esemplari numerati da Vallecchi, manifesta dei caratteri tipici delle botteghe fiorentine, come gli ovali arrotondati, la bellezza del paesaggio sullo sfondo, il modellato ampio e scultoreo del panneggio, e ne richiamano la produzione del miniatore Attavante degli Attavanti.

Nato a Castelfiorentino nel 1452 e morto tra il 1520 e il 1525 si formò alla bottega del Verrocchio e durante la sua attività entrò in contatto con Domenico Ghirlandaio e Antonio Pollaiolo, lavorò per committenti d’alto rango come il Vescovo di Dol, il re d’Ungheria, il re del Portogallo e la famiglia de’ Medici, molte delle sue opere si trovano in biblioteche europee, mentre quelli commissionati da Lorenzo il Magnifico sono conservati alla Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.

La crocifissione del messale teatino si colloca all’interno di una importante serie di libri liturgici e in particolare è a ridosso tra la Crocifissione di Le Havre datata 1483 e quella di Bruxelles del 1487, ma prima di quella della Biblioteca Berio di Genova e di un’altra che venne staccata da un codice appartenuto a Leone X.  Nella Crocifissione teatina lo spazio della scena è riservato al solo  Gesù Crocifisso, i canonici astanti  e allo sfondo con una città dalle sembianza fiamminghe con le case dai tetti appuntiti.

Le tipologie dei volti, gli ampi panneggi e la misurata gestualità dei personaggi dipinti da Attavante riprendono lo stile già in uso e in particolare espresso sulle pagine del Breviario di Mattia Corvino , un sontuoso manoscritto iniziato nel 1487 destinato a Mattia Corvino sovrano d’Ungheria che morì nel 1490 prima della sua conclusione e che oggi è conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana.

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *