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“Il Ragno” di Leonardo e tante altre fantastiche storie del genio vinciano dedicate a madre Natura

Trovato il ragno uno grappolo d’uve, il quale per la sua dolcezza era molto visitato da ave e diverse qualità di mosche, li parve aver trovato loco molto comodo al suo inganno. E calatosi giùper lo suo sottile filo, e entrato nella nova abitazione, lì ogni giorno, facendosi alli spiraculi fatti dalli intervalli de’ grani dell’uve, assaltava, come ladrone, i miseri animali, che da lui non si guardavano. E passati alquanti giorni, il vendemmiatore còlta essa uva e messa coll’altre, insieme con quelle fu pigiato. E così l’uva fu laccio e ’nganno dello ingannatore ragno, come delle ingannate mosche.”

E’ questo il testo dei “Il ragno e il grappolo d’uva” una delle tante favole che scrisse  Leonardo da Vinci. Il grande genio toscano infatti non fu solo artista, scienziato, inventore, tra le sue molteplici qualità anche la scrittura e in questo caso di brevi componimenti, brevi storie che hanno per oggetto la natura e i suoi protagonisti e che hanno come scopo quello di lasciare una morale, un messaggio universale che sia di insegnamento per tutti  gli uomini.

Nella favola del ragno ingannatore che aveva scoperto un comodo nascondiglio all’interno di un grappolo d’uva che era preso d’assalto da mosche e insetti che trovavano facilmente di che nutrirsi e non si preoccupavano certo della propria incolumità, mentre il ragno poteva approfittarne senza alcuno sforzo, lo stesso ragno finirà per soccombere sotto la mano dell’uomo quando il grappolo verrà colto per la vendemmia insieme agli altri.

Si tratta di brevi racconti sparsi in vari manoscritti e composti nell’ultimo decennio del ‘400 quando Leonardo si trovava alla corte di Ludovico il Moro. Protagonisti delle storie, come abbiamo già detto non sono i grandi animali o gli uomini, ma piante e piccoli animali sino ad allora ignorati. Per la prima volta piante e animali vengono descritti con caratteristiche umane, abbiamo allora “ Il cedro superbo”, “La vitalba scontenta”, “La neve umile”, “Il cedro ambizioso”, “Il pesco invidioso”, “La pietra scontenta della vita solitaria”, “Il falcone impaziente”.

Il focus di ogni favola è dettato dal rapporto uomo-natura che viene declinato secondo alcuni temi come la necessità di rimanere nei limiti imposti dalla Natura e la punizione invece per coloro che desiderano  una condizione diversa dalla propria.

 

 

 

 

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