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Firenze e il Nuovo Umanesimo sul n. 200 de I Luoghi dell’Infinito

Il numero di novembre de I Luoghi dell’Infinito, oltre a festeggiare 200 candeline è interamente dedicato a “Firenze e il nuovo umanesimo”. L’occasione è il V Convegno ecclesiale nazionale che si è  appena svolto nella città di Firenze dal titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”, l’appuntamento della Chiesa italiana per mettere a fuoco il suo impegno e la sua presenza pastorale nella società , sulla scia del Concilio Vaticano II.

Nella prima parte del mensile di Avvenire, infatti, sono state affrontate le tematiche del convegno, dall’intervento introduttivo di Giuseppe Betori Arcivescovo di Firenze, fino alle riflessioni sui cinque temi, tratti dalla Evangelii Gaudium di Papa Francesco e che hanno rappresentato le linee di riflessione per la riscoperta del nuovo umanesimo: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Firenze culla del Rinascimento è la protagonista invece della seconda parte del mensile con prestigiosi interventi a firma  di Antonio Paolucci, Franco Cardini, Timothy Verdon, fino ad arrivare ad alcune figure di umanisti del Novecento fiorentino, come Giorgio La Pira, attraverso un testo di Marco Roncalli, Don Divo Barsotti nelle parole di Massimo Naro e Mario Luzi affidato alla nota di Roberto Mussapi,

per concludere con una bella cartolina di Antonia Arslan che ci affida i suoi ricordi di bambina durante la sosta a Firenze di un viaggio in auto verso Roma. “Ma quella sera fiorentina ci sembrò una magia. La città era semideserta; solo le luci, qua e là, scintillavano nel buio e ci guidavano..ci aggiravamo col naso per aria, guardando verso la cupola meravigliosa che sembrava staccarsi da terra e veleggiare verso le nuvole. Le sue nervature sembravano gonfiarsi a un vento misterioso, che poi scendeva come un turbine ad avviluppare il battistero, orgogliosamente isolato nella piazza come un’enorme gioiello. Poi ci accorgendo del campanile, che si mise improvvisamente a battere rintocchi lenti e gravi: e a me pareva di scoprire un mondo nuovo, dove il cielo e la terra si toccavano, come riflettendosi reciprocamente in un equilibrio mirabile.”

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