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Carlo Carrà, una grande rassegna a Palazzo Reale a ottobre per Novecento italiano

Protagonista dell’arte italiana del Novecento e della pittura moderna europea è a Carlo Carrà (1881-1966) che è dedicata una grande rassegna, la più ampia mai realizzata, che avrà luogo a Milano Palazzo Reale dal 4 ottobre al 3 febbraio 2019, in tutto saranno riunite centotrenta opere provenienti dalle più importanti collezioni italiane e internazionali sia pubbliche che private. Nativo di Alessandria, Milanese di adozione, è qui che si formerà alla Scuola d’arte di Brera e del Castello Sforzesco e all’Accademia Braidense per iniziare ad esporre già alla fine del 1908. Milano rappresenta una sede fondamentale per quelle che saranno negli anni le esposizioni ad iniziare da quelle storiche del del 1926 e del 1929 del “Novecento italiano” alla Permanente, prima ancora la “Mostra personale del pittore futurista Carlo Carrà” nel dicembre 1917 alla Galleria Chini per arrivare a tempi più recenti, nel 1942 alla Pinacoteca di Brera e nel 1987 e nel 1962 sotto la presidenza di Roberto Longhi a Palazzo Reale.

Promossa e prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e Civita Mostre, la mostra è curata da Maria Cristina Bandera, esperta di Carrà e direttrice scientifica della Fondazione Roberto Longhi di Firenze, con la collaborazione di Luca Carrà, nipote del maestro, fotografo e responsabile dell’archivio di Carlo Carrà, fa parte del palinsesto Novecento Italiano ideato dall’Assessorato alla Cultura per il 2018.

La mostra del 1962 era un omaggio al maestro che nel ‘54 aveva ricevuto la medaglia d’oro di cittadino benemerito e che giovanissimo aveva scelto Milano come sua città d’elezione; un doveroso riconoscimento, in una tradizione tutta milanese, che faceva seguito al tributo dedicato al pittore nelle sale della Pinacoteca di Brera nel 1942, in uno dei momenti più tragici della seconda guerra mondiale.

Obiettivo della mostra è ricostruire l’intero percorso artistico del maestro attraverso le sue opere più significative dalle iniziali prove divisioniste, ai grandi capolavori che ne fanno uno dei maggiori esponenti e battistrada del futurismo e della metafisica, ai dipinti ascrivibili ai cosiddetti ‘valori plastici’, ai paesaggi e alle nature morte che attestano il suo ritorno alla realtà a partire dagli anni venti, con una scelta tematica che lo vedrà attivo sino alla fine dei suoi anni, non senza trascurare le grandi composizioni di figura, soprattutto degli anni trenta, il decennio a cui risalgono anche gli affreschi per il Palazzo di Giustizia di Milano, documentati in mostra dai grandi cartoni preparatori.

La mostra presenta un corpus di circa 130 opere concesse da alcune delle più grandi collezioni del mondo come quelle dello State Pushkin Museum of Fine Arts di Mosca, dell’Estorick,  Collection of Modern Italian Art di Londra, della Kunsthaus di Zurigo, della Yale University Art Gallery, della National Gallery di Praga, del Museum of Fine Arts di Budapest e dai Musei Vaticani e da prestiti di numerosi musei italiani, tra cui la Pinacoteca di Brera, il MART di Rovereto, il Museo del 900 di Milano, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, oltre a molte collezioni private, così da ricostruire la fitta trama di affinità intellettuali e di rapporti d’elezione che legò Carlo Carrà ai suoi collezionisti e amici del tempo. Fu, infatti, artista irrequieto, persona dai viaggi significativi che lo portarono già giovanissimo a Parigi e poi a Londra, e di importanti incontri internazionali da Apollinaire a Picasso, oltre che uomo di grandi aperture culturali e di letture che lo spinsero a svolgere un’attività critica sulle riviste più importanti e di tendenza del tempo “La Voce”, “Lacerba” e soprattutto “L’Ambrosiano”.

La mostra sarà inoltre corredata da documenti, fotografie, lettere e numerosi filmati che testimoniano l’intensa vita di Carlo Carrà,  che ritroviamo nelle pagine de La mia vita, l’autobiografia che scrisse nel 1942. Ne derivano 7 sezioni, ciascuna espressione di uno specifico periodo della vita e dello stile del grande maestro: Tra Divisionismo e Futurismo; Primitivismo; Metafisica; Ritorno alla natura; Centralità della figura; Gli ultimi anni; Ritratti.

Il percorso espositivo, fluido e coerente, scandisce le tappe di una vita interamente dedicata alla pittura: “La mia pittura è fatta di elementi variabili e di elementi costanti. Fra gli elementi variabili si possono includere quelli che riguardano i princìpi teorici e le idee estetiche. Fra gli elementi costanti si pongono quelli che riguardano la costruzione del quadro. Per me, anzi, non si può parlare di espressione di sentimenti pittorici senza tener calcolo soprattutto di questi elementi architettonici che subordinano a sé tutti i valori figurativi di forma e di colore. A questi principi deve unirsi quello di spazialità, il quale non è da confondersi col prospettivismo; poiché il valore di spazialità non ha mai origini per così dire visive. Questo concetto nella mia pittura è espressione fondamentale.” (Carlo Carrà, 1962)

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