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Quel fascino misterioso di un antico scrittoio da viaggio!

Facilmente reperibili nei mercatini dell’antiquariato e nel grande mondo delle aste online, dove avviene ormai la maggior parte delle transazioni, i piccoli oggetti del passato, gli scrittoi da viaggio sembrano parlarci di un’epoca assai remota anche se possiamo immaginarli in uso fino a non poco tempo fa, quando ancora per scrivere era necessario fornirsi di tutto l’occorrente, penna, pennini, inchiostro, carta, cera lacca in particolare per chi doveva affrontare viaggi o stare lontano da casa per lunghi periodi, come anche durante la guerra.

In legno, più o meno pregiato, noce, mogano, ridotto alle dimensioni di una scatola  o a quello di un tavolino, senza dubbio  facilmente trasportabile, aperto in grado di svelare tutte le sue potenzialità, con i suoi cassettini e i numerosi  comparti per alloggiare il corredo dello scrivano ed il piano inclinato, spesso ricoperto in pelle, per consentire la scrittura con una certa facilità anche in situazioni estreme come in guerra.

Quante lettere saranno passate su quel piano per la scrittura? E di che tipo? Lettere commerciali, lettere d’amore, lettere dal fronte, insieme a modelli compilati, contratti e così via, perché si sa, lo scrivano entra in azione per aiutare coloro che non sanno scrivere e che anche in Italia, fino a non poco tempo fa, rappresentavano una fetta importante della popolazione.

Ed eccolo davanti all’ingresso di uffici pubblici, un aiuto concreto per coloro che non sono in grado di compilare autonomamente i modelli per la richiesta di certificati, autorizzazioni o altro, oppure anche per la semplice lettura delle missive che arrivavano dal fronte e magari per una lettera di risposta per il  marito o il  figlio soldato,  parole affidate ad altri per essere trascritte su un foglio.

I segni del tempo, le macchie d’inchiostro ad incrostare la superficie del piano di scrittura e degli scompartimenti dove si trovano allineate le boccette di vetro, tutto deve essere tenuto con cura, senza alcun spreco e facendo attenzione a non versare l’inchiostro e a non sciupare i pennini, il mestiere dello scrivano richiede una grande attenzione al materiale da usare oltre ad avere una particolare abilità nella bella scrittura.

All’inizio del XIX secolo l’insegnamento della calligrafia che viene denominata “ Bella scrittura” è molto diffusa, ricordiamo infatti che nel 1812 a Firenze Bernardino Olivieri realizzerà  la raccolta delle tavole denominata “Esemplari”, e dopo l’Unità d’Italia sarà inserita nei programmi formativi ministeriali di tutte le scuole, normali, complementari e tecniche fino agli inizi degli anni ’60 del Novecento.

L’insegnamento della bella scrittura troverà il suo massimo grado di perfezione nelle scuole tecniche di avviamento professionale, maschili e femminili come disciplina essenziale per lavorare nel settore del commercio, nell’industria e negli uffici come impiegati il saper scrivere bene sarà considerato un requisito importante per riuscire ad ottenere un buon posto di lavoro.

Lo scrivano degli anni a noi più vicini è un impiegato che preserva i polsini delle camicie dagli schizzi d’inchiostro con dei manicotti, anche se il mestiere rimane legato ad un strumento che non smetterà mai di affascinarci.

Foto dagli archivi storici di Officine Stipula

http://www.firenze1903.it/stilografiche-da-collezione-limited-edition-vallecchi1903/

 

 

 

 

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