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Ex Libris, il nobile simbolo dell’amor di libro, una passione senza tempo

E’ una passione trasversale che coinvolge artisti, bibliofili e semplici collezionisti, in ogni paese ci sono associazioni e momenti di incontro e scambio culturale, mostre e concorsi, in Italia esiste anche l’associazione di riferimento. Parliamo degli “Ex Libris” la locuzione latina che precede l’indicazione del possessore di un volume, sia che si tratti di una biblioteca privata che di una istituzione, che ha finito per indicare l’etichetta stampata con l’incisione di un disegno personalizzato, opere d’arte di piccole dimensioni ma dal contenuto artistico e culturale immenso.

Se fino all’Ottocento l’uso dell’Ex libris per i libri di una biblioteca era quasi esclusivamente appannaggio della nobiltà che apponeva gli stemmi familiari, nel Novecento con la diffusione della cultura e dei libri gli ex libris diventano segni distintivi delle biblioteche borghesi, creati appositamente dagli artisti ai quali vengono commissionati, autentiche opere d’arte, per suggellare quel rapporto esclusivo tra il possessore e i suoi libri.

Separate dal libro, le pregevoli etichette, sono divenute oggetto di una particolare forma di collezionismo iniziato alla fine dell’Ottocento e diffuso nel secolo seguente, a volte legato al collezionismo librario, talvolta senza alcun collegamento con il libro ma con l’obiettivo di collezionare delle opere di arte grafica dedicate che recano il proprio nome. Il collezionista però non raccoglie solo Ex libris personali ma anche quelli degli altri amici collezionisti, una pratica molto seguita in questo settore è quella dello scambio incrociato che serve per incrementare una collezione di grafica e facilita l’associazionismo tra le persone.

In Italia è nata l’Associazione Italiana Ex libris (AIE) “…che ha lo scopo di promuovere e sviluppare la diffusione dell’ex libris nelle sue diverse tecniche incisorie e della piccola grafica mediante l’esercizio di attività culturali ed artistiche e della pubblicazione e diffusione della rivista l’Ex libris italiano”.

Presenti nei musei e nelle collezioni di tutto il mondo, tra le più ampie segnaliamo quella del British Museum che vanta circa centomila esemplari mentre a Milano ricordiamo la celebre Collezione di Achille Bertarelli custodita nel Museo del Castello Sforzesco, autore del libro “Gli ex-libris italiani” edito da Hoepli nel 1902 a cui si deve la prima definizione di ex libris comparsa nel Dizionario Moderno di Alfredo Panzini del 1905 che recitava . “ Ex libris.Lett, dai libri, motto latino con cui è chiamato quel cartellino che si incollava ai libri e valeva ad indicarne la proprietà: da prima a penna, indi a stampa con bellissimi fregi, disegni, motti. Tale antico costume tende a rifiorire fra i bibliofili”.

Se nei tempi moderni la funzione originaria ha lasciato il passo a una forma di collezionismo spesso basata sullo scambio in occasione di incontri e convegni perdendo di vista l’originaria natura dell’Ex libris ecco che non si è fatta attendere la risposta da parte di un gruppo di bibliofili e artisti a favore di un “Manifesto per l’ex libris del bibliofilo” che porta le firme di Egisto Bragaglia e Giancarlo Nicoli e al quale hanno partecipato gli artisti Luigi Casalino, Lanfranco Lanari, Vincenzo Piazza e Mario De Donà.

Ecco un piccolo stralcio del Manifesto : “Quello che era dapprima un fenomeno limitato, nella seconda metà del Novecento ha assunto dimensioni rilevanti perché a loro giudizio, una collezione che si rispetti deve con tare migliaia di reperti. Si è così determinata un’evoluzione, anzi una mutazione degli scopi e dei contenuti….Emerge tuttavia l’esigenza di promuovere un’azione di sostegno e di rilancio per l’ex libris del bibliofilo, con un programma serio e deciso, rispettoso anche delle altrui preferenze. Sostenere il nobile simbolo dell’amor di libro è certamente un preciso dovere per tutti coloro che amano il libro, perché i valori culturali si difendono anche sostenendo i loro simboli”.

 

 

 

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