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Alla Biblioteca Reale di Torino torna in mostra l’ “Autoritratto” di Leonardo

La mostra di Torino anticipa i festeggiamenti del 2019 per i 500 anni dalla morte  del grande genio vinciano

 

 “ Ebbe la faccia con li capelli longi, con le ciglia e con la barba tanto longa che egli pareva la vera nobiltà del studio, quale fu già altre volte il druido Ermete o l’antico Prometeo”. E’ il celebre “Autoritratto” di Leonardo da Vinci, un grande disegno a sanguigna eseguito nel 1515, l’immagine per eccellenza entrata da tempo immemore nel nostro immaginario che ci mostra il suo volto in età avanzata, fiore all’occhiello delle collezioni reali piemontesi che da oggi fino al 15 settembre torna visibile al pubblico alla Biblioteca Reale, dove viene conservato, insieme a una parte della straordinaria collezione di disegni acquisiti da Carlo Alberto di Savoia per la mostra “Intorno a Leonardo – Disegni italiani del Rinascimento”

Il disegno, considerato dagli studiosi l’unico sicuro dell’artista fu realizzato negli ultimi anni di vita, quando  Leonardo si trovava  in Francia alla corte di Francesco I. Dopo la sua morte, insieme ai manoscritti e a un corpus di disegni fu lasciato in eredità al suo fedele collaboratore Francesco Melzi. Arriviamo al 1839, quando il collezionista Giovanni Volpato che lo aveva acquistato all’estero, lo vendette a Carlo Alberto di Savoia insieme ad altri 1585 disegni di grandi nomi dell’arte come Raffaello e Michelangelo per 50.000 lire piemontesi , capolavori dell’arte grafica  che oggi sono conservati nella biblioteca Reale.

Una quarantina di disegni in mostra tracciano il primato del disegno secondo la concezione vasariana

La mostra anticipa le celebrazioni in programma per il 2019 quando saranno festeggiati 500 anni dalla morte, un momento importante per la valorizzazione dell’opera del  grande maestro italiano. Oltre al celebre “Autoritratto“, l’esposizione offre una selezione di oltre quaranta disegni italiani del Quattrocento e del Cinquecento, tutti artisti che furono celebrati da Giorgio Vasari nelle sue “Vite”, come Raffaello, Michelangelo, Lorenzo Lotto, Parmigianino e molti altri.

I disegni nella mostra sono esposti in maniera da illustrare l’evoluzione dell’arte italiana secondo il racconto che ne fece il Vasari, dal Rinascimento Toscano e Veneto a Leonardo, i maestri e allievi di Raffaello, Michelangelo e la prima Maniera a Firenze, il 500 tra Classicismo e Manierismo, ma non mancherà una sezione dedicata al  Vasari e le sue omissioni.

Quella della Biblioteca Reale è senza ombra di dubbio una delle più importanti collezioni pubbliche di disegni in Italia, oltre all’opera di Leonardo, sono esposte in mostra opere di Francesco di Giorgio Martini e Marco Zoppo, un foglio attribuito al giovane Raffaello, e opere dei suoi allievi Giulio Romano e Perin del Vaga, uno studio di Michelangelo della Sibilla Cumana dipinta sulla volta della Cappella Sistina, uno dei rari disegni di Lorenzo Lotto, opere del Parmigianino e Andrea Schiavone, studi sulle antichità romane come quelli contenuti nel “Trattato di architettura civile e militare”  di Francesco Giorgio Martini e quelli del taccuino di Girolamo da Carpi.

Da ricordare che la Biblioteca Reale conserva due antiche edizioni delle “Vite” del Vasari, un esemplare della prima edizione del 1550 stampata a Firenze da Lorenzo Torrentino e una sontuosa edizione della seconda edizione, stampata a Roma nel 1759 con dediche al Re di Sardegna Carlo Emanuele III e ai suoi figli Vittorio Amedeo Duca di Savoia e Benedetto Maria Maurizio duca di Chiablese.

 

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